Food and Kids - microplastiche negli alimenti - è colpa della lavatrice?





Food and Kids - microplastiche negli alimenti - è colpa della lavatrice?

Quando a casa chiudiamo l’oblò della lavatrice e premiamo il tasto “on”, difficilmente il nostro pensiero va all’alimentazione dei nostri figli: stiamo attivando un ciclo di lavaggio che aumenterà le microplastiche in mare, o nei fiumi che poi, inevitabilmente ci ritroviamo nei nostri piatti: la loro importanza tossicologica nella catena alimentare è approvata e preoccupante.

Il lavaggio con la lavatrice è il punto di partenza di un lungo viaggio verso gli oceani per migliaia di fibre: le microplastiche contenute nei detersivi ma anche le particelle di fibre sintetiche che si staccano ad ogni lavaggio dai nostri indumenti, inevitabilmente, arrivano nell’acqua di scarico e quindi nel mare e negli oceani.
Solo una minima parte di queste particelle riesce a essere eliminato dai depuratori (se esistenti?), e, siccome poi il fango che trattiene la maggior parte delle microplastiche viene utilizzato come fertilizzante nei campi
-in un modo o nell’altro ci arriva nel piatto attraverso il cibo contaminato.

Gli impianti di depurazione di recente costruzione, pur non essendo progettati per la separazione di piccoli frammenti di plastiche, riescono ad evitare che otto frammenti su dieci arrivino al fiume”, dice il direttore di AquaLab e docente presso l’università Bocconi di Milano, Alessandro De Carli guardando al bicchiere mezzo pieno.
Certo, dove i depuratori sono vecchi o inesistenti, le cose vanno molto peggio.
Per immaginare situazioni peggiori basta pensare che l’Italia a maggio scorso è stata multata dall’Europa per non aver ancora completato fognature e impianti di depurazione in 74 città.

La concentrazione di microplastiche nel mare della Sicilia viene rilevata dall’ARPA
-non è per niente poca!

Possiamo fare qualcosa per il futuro, la salute futura dei nostri figli? Ma cosa, innanzitutto, possiamo comprare per danneggiare meno l’ambiente?

Etichettologia:
Possiamo cominciare con la scelta del detersivo per il bucato.
Un detersivo davvero rispettoso dell’ambiente non contiene sostanze come fosfati, perborati, paraffina e triclosan.
Nella sua formulazione non sono presenti candeggina e sbiancanti ottici.

Scegliete anche detersivi in polvere: molti non sanno che nei detersivi liquidi, inevitabilmente, c’è l’aggiunta di conservanti (per evitare le muffe), che sono in cima alla lista degli allergeni.

Piccolo spesso è meglio: più grande è il pacco del detersivo
-maggiore è probabilmente arricchito con sostanze volumizzanti, cioè inutili e dannosi.
Questo non solo diminuisce la forza lavante, ma aumenta anche il costo del lavaggio, perché ci vuole più prodotto per raggiungere lo stesso risultato.

Vai con gli scrub naturali:
La legge di Bilancio 2018 ha stabilito che “dal 1° gennaio 2020 è vietato mettere in commercio prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche”.
Ma ci sono sempre altre sostanze plastiche che raggirano la nuova legge.

Parliamo di polimeri sintetici, composti plastici che non si possono definire microplastiche perché per definizione queste sono solide mentre nel caso dei detersivi troviamo sostanze plastiche solubili.

Fonti:
altraeconomia
greenme
arpa.sicilia